
JOHNNY NICE, THE BRAVE BIKER.
Vicentino, businessman di successo, ha scelto di lavorare un mese all’anno e di passare gli altri 11 viaggiando per il mondo in moto da solo. L’ho incontrato per conoscere la sua affascinante vita e i segreti del suo successo. E di come sia diventato testimonial ufficiale del mitico brand motociclistico KTM.

Artista, Comunicatore, Naming Specialist.
Ideatore di VICENZA.COM
Ciao Johnny, tu sei vicentino ma la tua dimensione è internazionale… raccontami di te, partendo dalle tue origini.
Sono in effetti nato in un paesino microscopico dell’alto vicentino, dove ho vissuto la mia gioventù. Mi sono poi spostato per gli studi superiori negli Stati Uniti dopodichè mi sono tuffato nel mondo del business finanziario, collezionando più insuccessi che successi. Cado cento volte ma mi rialzo centouno…

Il che, a detta dei più grandi coach, è il segreto del successo…
Alla fine, infatti, le cose iniziano ad ingranare e riesco a ritagliarmi, verso i quarant’anni, un po’ di spazio per me. La mia passione per il viaggio viene a galla… dapprima in punta di piedi, poi sempre di più, in un crescendo continuo, fino a divenire la mia vera ragione di vita oggi che ne ho cinquanta.
Si, ma sei arrivato al nocciolo attuale un po’ troppo in fretta…
Haha… ho corso un po’…
Si… capisco anche da questo modo di raccontarti che il passato per te conta poco, che la tua passione “brucia” e che vuoi parlare di quella. Ma io vorrei capire un po’ di più su come sei arrivato ad essere l’uomo di successo, lavorativo e personale, che sei. Voglio esplorarti come tu fai con i luoghi dove vai. Come sei arrivato a permetterti questa passione così originale? Alla fine il lusso più grande che possiamo avere in questa società materiale, è la libertà di prenderci il tempo per fare ciò che ci piace.
Raccontami meglio… in quale tipo di business ti eri cimentato, come ci sei arrivato, che cultura serviva, quali sono state le tue doti che ti hanno consentito di arrivare ai traguardi di eccellenza che hai raggiunto?
Ok… riavvolgiamo il nastro… dopo la laurea in Business Administration alla New York University, mi sono dedicato alla finanza e mi sono specializzato in questo ambito. Poi mi sono spostato a Londra dove ho creato la mia società, il mio fondo di investimento ed ho creato le condizioni per prendere le redini della mia vita ed indirizzarla dove volevo io.

A quanto capisco hai vissuto moltissimo all’estero… questo ti ha dato una visione sicuramente più articolata della realtà.
Esatto… vivere all’estero non solo allarga la mente, ma consente di conoscere molte persone influenti. Devi sapere che i luoghi che frequenti e le persone che conosci sono molto più influenti di quello che fai… Poi ad un certo punto qualcosa è cambiato. Io sono sempre stato un viaggiatore, ma un giorno ho “appeso la cravatta” e mi sono messo gli stivali da moto
La moto, quindi era una passione giovanile…
Si, sono sempre andato in moto, sin da ragazzo. La moto ce l’ho nel sangue.
Mai fatto gare?
Mai in vita mia…
Quindi passione pura e basta
Si! Ce l’ho nel DNA.
Ma di che tipo di motociclismo sei appassionato?
Io viaggio con una cosiddetta “Adventure Bike”, una “Maxi Enduro” diciamo. Nel corso degli anni ne ho comprate tantissime… ora ne ho una dozzina, come tu possiedi le tue splendide chitarre…
Una bella collezione… tornando al periodo delle cravatte… una volta al mattino sceglievi quella da abbinare alla giacca, oggi scegli quale moto cavalcare. Un po’ come faccio io con le mie chitarre 😉
Si… ma, come per te, non solo per il piacere di possederle. Il motivo è che per il tipo di uso che ne faccio le mie moto sono soggette a notevole sollecitazione… viaggio quasi sempre “off road”…
Ci risiamo… mi stai già parlando dei tuoi viaggi…
Ma come hai fatto a permettertelo… ripartiamo dal business… Ad un certo punto tu sei un uomo d’affari di successo ma senti l’esigenza di staccare la spina, perlomeno parzialmente… che molla è scattata? Cos’è il viaggio per te?
Innanzitutto, mai confondere il viaggio con la vacanza… La vacanza è quando hai una data di ritorno. Il viaggio è quando NON hai una data di ritorno.

Fantastico! Bellissima spiegazione. Grande differenza…
Certamente io non faccio il turista. Viaggio liberamente. Mi piace andare nei villaggi più dispersi possibile. Vado fuori strada, nei sentieri più reconditi, nelle mulattiere… Dormo quasi sempre in sacco a pelo, sotto le stelle.
So che hai fatto viaggi straordinari che sono documentati nel tuo blog, con foto bellissime. Devo dire che un pochino di invidia la fanno suscitare… Vedere questo senso di libertà radicale, declinato nelle latitudini più disparate, dal tramonto all’alba, con tutti gli scenari di paesaggio, è davvero qualcosa di entusiasmante. Si capisce che lo fai per tuo piacere personale. Ma io colgo anche una sorta di “mission”… la volontà di indicare agli altri un modello di vita, una strada da imboccare in senso metaforico.
Io credo che se hai un’audience anche di solo 10 persone, hai comunque la possibilità di influenzare qualcuno positivamente. Questo è un po’ quello che sto facendo io.

Dare l’esempio e dei messaggi positivi affinché le persone possano inseguire e realizzare i propri sogni. Per me è viaggiare in moto nel modo in cui viaggio io, andando a conoscere realmente le persone del posto, capire le culture locali… Ho avuto la possibilità di conoscere 72 paesi finora, facendo una grande esperienza di vita.
Il mio messaggio principale, di ispirazione per gli altri, è quello di essere finanziariamente e mentalmente liberi, fisicamente in forma, di viaggiare, di praticare uno sport… insomma, di “vivere” realmente, non vegetare.
Naturalmente tu non vai in hotel quando viaggi…
Mi capita raramente infatti. Io ho la mia tenda… vivo in moto.

Questo è fantastico… ho visto una tua foto meravigliosa con la tua tenda isolata davanti al mare e tu che mediti vicino alle onde. Mi sono chiesto cosa ti possa essere passato in quel momento nella mente… un privilegio davvero esclusivo.
Io viaggio da solo. Generalmente dopo la terza settimana, cambia qualcosa dentro di te… credo anche dal punto di vista biologico. Hai un approccio diverso… cominci a parlarti da solo, cominci a capire di più le tue paure, ti conosci di più. Credo che le persone non si conoscano realmente perché viviamo nell’era delle distrazioni. Non abbiamo mai un appuntamento con noi stessi durante la giornata. Un momento in cui ci fermiamo e dedichiamo un quarto d’ora a pensare. È impossibile, perché c’è sempre uno squillo, una mail, un messaggio, il campanello, una sollecitazione visiva o sonora.


Viviamo in un’epoca che ci avvolge di distrazioni. Viaggiando da solo, dopo un po’ di giorni sei costretto a pensare a te e basta e a conoscerti. E’ chiaro che vai nei villaggi e conosci altre persone che ti invitano a casa loro, a feste ed eventi, incontri altri motociclisti, ma per la maggior parte del tempo sei totalmente solo e sei costretto a fare la tua conoscenza. Questa è una delle cose migliori del viaggiare da soli. Conosci il tuo corpo, i tuoi limiti, le tue paure, i tuoi desideri.
Fantastico! Immagino che durante questi viaggi avrai incontrato anche persone interessanti.
Si, mi è capitato di conoscere persone incredibili, persone straordinarie, trasversalmente di ogni ceto sociale, età e religione.


Come si rapportano con te che piombi letteralmente, come una sorta di UFO, nella loro tranquilla esistenza.
Generalmente c’è una grandissima curiosità verso il moto-viaggiatore solitario. Ti faccio un’esempio: arrivando in Sud America nei villaggi della Bolivia Amazzonica, oppure in Brasile, in posti dove non hanno mai visto uno con la moto così colorata, carico di bagagli, con il casco e bardato di tutto punto, ti guardano semplicemente come un UFO.
Però mi è capitato anche di conoscere altri moto-viaggiatori, ciascuno con una storia tutta sua alle spalle. Ho conosciuto ad esempio un ragazzo che non si sentiva molto a suo agio con la famiglia e ha detto alla moglie la classica frase “esco a prendere le sigarette”, ed era via da 5 anni.

O una coppia che vive in barca da vent’anni… o ancora una coppia che vive in una casa su ruote e gira il mondo così. Viaggiatori di ogni tipo. Anche molti che lavorano su piattaforme web come free lancers, dove mettono i loro profili e gli vengono affidati lavori mentre viaggiano nei posti più disparati del mondo. Ragazzi che si mantengono facendo gli ingegneri informatici online, sempre viaggiando.
Si, conosco bene il fenomeno… hanno anche un nome… sono i “Digital Nomades” (nomadi digitali)… segno dei tempi anche questo…
Esattamente!


Penso che questo sia un bagaglio di esperienze di vita vissuta che ti porterai sempre dentro. Ma tornando al tema della moto, tu hai scelto non solo un tipo di moto, adatta a questo tipo di mobilità fuori strada, ma anche una marca in particolare… che probabilmente rientra fra i miti della tua giovinezza. E so che sei stato anche premiato per questa scelta tecnico-affettiva.
Si. È la KTM, una moto che ho sempre ammirato e usato. A quattordici anni la desideravo ma non me la potevo permettere e ho dovuto ripiegare su un modesto Ciao Piaggio, con cui ho fatto il mio primo viaggio.
Haha! Il che la dice lunga…
Oggi viaggio con KTM. Ne ho vari modelli e tutte personalizzate.


È vero che ne hai una in ogni posto dove vai, più o meno?
Beh si… le lascio nei posti chiave, per comodità, così le trovo dove mi servono. Di recente ne è arrivata una speciale dall’Austria.
Raccontami bene… è la “notiziona” che voglio divulgare…
E’ un grande momento per me, perché sono stato contattato direttamente dal quartier generale della KTM in Austria e sono stato nominato loro “Ambassador” per quel modello di moto che io uso. Quindi continuerò a viaggiare in solitaria alla mia maniera, però sarò anche supportato, con la logistica, la meccanica e tutto ciò che ruota attorno, da uno dei più grandi brand del motociclismo mondiale.
Congratulazioni! Non credo proprio sia una cosa che fanno con tutti i loro fan…
In realtà ne scelgono uno. Il fatto che abbiano scelto me, in mezzo a migliaia nel mondo che utilizzano questa moto come me significa che evidentemente hanno riscontrato nella mia modalità d’uso della loro moto qualcosa di speciale che vale la pena di raccontare pubblicamente.

Il motivo che li ha indotti a sceglierti come Ambassador ufficiale secondo te qual è stato?
Sicuramente l’autenticità. Cercavano qualcuno con una storia da raccontare, autenticamente moto-viaggiatore, appassionato della loro moto e che personificasse quella che è un po’ la filosofia KTM. Una moto “wild”, estremamente potente, fatta per i fuori strada, per le lunghe distanze, adatta per utenti “coraggiosi”.
Non a caso il tuo nick name è “The Brave Biker”… Penso che loro abbiamo colto proprio questo spirito coraggioso nel viaggiare in solitaria. Se no non ti avrebbero scelto tra migliaia.
Esatto.


Penso che abbiano apprezzato soprattutto la tua storia… la tua capacità di staccare a comando dal business mettendo al primo posto la voglia di conoscere e di respirare la libertà a cavallo di due ruote potenti. Tu non lo fai per scappare, come altri che hai incontrato. Tu lo fai per conoscere l’umanità. Come un esploratore.
Penso sia proprio questa la ragione. Ma permettimi di fare un approfondimento… noi tutti viviamo di unità di misura, di codici socialmente riconosciuti. Io credo che abbiamo un po’ tutti peso di vista il fatto che l’unità vera di misura per noi sia il Tempo.
Certo!
Noi siamo come degli yogurt. Solo che lo yogurt riporta scritta la sua data di scadenza. Noi ce l’abbiamo ma non lo sappiamo, il che è peggio perché vuol dire non rendersi conto dell’importanza di sfruttare ogni singolo momento a disposizione per vivere un’emozione, per conoscere, per esplorare. Vivere appieno il tempo che ci è dato a disposizione è il segreto. Chiaro che non lo puoi fare se non sei minimamente libero anche finanziariamente. Ma il fatto che io ci sia riuscito è la prova che si può fare.


Il tuo è un caso davvero interessante. Ci si potrebbe scrivere un libro. Saresti un soggetto ideale.
Chissà… mai dire mai. È nella mia lista…
Chiudiamo questa bella intervista con due cose…
Uno. Che consigli vuoi dare ai giovani che in questo momento si trovano nelle condizioni in cui eri tu da ragazzo, ovvero pieno di sogni e desideri ma senza mezzi.
Consiglio di non perdere tempo, di non cazzeggiare… Io l’ho fatto. Sono un ex cazzeggiatore professionista, cintura nera di fallimenti. Quindi non perdete tempo. Fate pure errori, perché gli errori insegnano più delle vittorie, ma non buttate via il bene più prezioso che ci è dato di possedere: il tempo.
Non abbiate paura. Le paure vanno affrontate e solo così si impara a superarle.
E poi consiglio di non prendere la più terribile malattia che sta facendo danni nel mondo che non è il Covid, ma il conformismo. Non seguite quelli che sono i dettati dei media e della società. Se vuoi ottenere dei risultati che pochi ottengono devi fare quello che pochi fanno.

Mi hai detto una frase iconica a proposito di quando uno può considerarsi ricco…
Che sei ricco quando guadagni mentre dormi.
Il concetto è quello di non lavorare per il denaro ma fare in modo che il denaro lavori per te. Se tu devi andare a fare una cosa per guadagnare dei soldi, tu hai “un lavoro”. Può essere magari pagato bene, anche strapagato, ma hai un lavoro. Devi andare a lavorare per ottenere la tua remunerazione. Quindi non puoi fare altro.
Se tu invece guadagni mentre dormi allora non hai più un lavoro, hai un business.
Tra l’altro è superato il concetto che per essere ricco devi avere una certa quantità di denaro. Questa soglia è davvero soggettiva. La vera ricchezza sta nel fatto di poter guadagnare automaticamente quel tanto che ti serve per fare la vita dei tuoi sogni. Molti dei viaggiatori che ho conosciuto facevano esattamente questo, ma in assenza totale di lusso per come molti erroneamente lo intendono.

A proposito di dormire… chiudiamo con il tuo sogno nel cassetto, se ne hai uno…
Nel cassetto non ho sogni ma solo calzini… haha… Devo dire che i vari sogni che avevo nel cassetto, sin da giovane, li ho realizzati via via tutti.
Il mio obiettivo massimo ora è quello di riuscire a vivere almeno cent’anni. Sono solo a metà strada.
Questo tuo progetto, che ci accomuna, mi dà lo spunto per aprire un tema che mi sta a cuore e che meriterebbe un approfondimento più rilevante: lo stile di vita, cioè alimentazione e movimento, per tenere in forma la “moto” che è il nostro corpo.
Esatto! Da lì parte tutto. Io sono molto attento a questo aspetto, perché se no non potrei fare quello che faccio. I viaggi che faccio io mettono il fisico e la mente a dura prova. Ti spiego… salire in moto e stare su un nastro di asfalto sono capaci tutti. Conosco gente con la panza che viaggia il mondo in moto. Lo fa chiunque. Quando sono stanchi mangiano al ristorante o dormono in hotel lungo la strada. Poi al mattino ripartono. Livello avventura “zero”.
Appena metti le ruote fuori dall’asfalto e cominci a fare i guadi o le mulattiere larghe pochi centimetri arroccate sulle montagne rischiando seriamente se ti distrai, lì comincia il vero viaggio. E lì necessiti di un fisico sano e di una mente lucida, perché la moto è pesante oltre che potente. Avrei mille aneddoti di cose che mi sono successe in queste condizioni estreme in tanti anni. Incidenti e disavventure, da cui sono sempre fortunatamente uscito bene. Ma perché però in perfetta forma fisica.

Tenere in perfetta forma il proprio fisico è quindi l’altro segreto, dopo quello della libertà finanziaria.
Se non sei fisicamente a posto i viaggi come quelli che faccio io non li puoi nemmeno iniziare. Ho conosciuto persone che ci hanno provato, ma dopo una settimana hanno mollato. Troppo dura.
Capisco che non sia da tutti…
Il problema è che cadi ogni giorno. E le cadute fanno male. Devi saper gestire il dolore e il disagio. Fai continuamente dislivelli, a volte di migliaia di metri in altitudine. Se non sei disposto a sopportare tutto, anche se hai il fisico perfetto, non fai tanta strada.
Verrebbe da dire “ma chi te la fa fare”?
Ho la competizione con me stesso nel sangue. Non riesco a smettere. Ma è bellissimo. È davvero bellissimo.
Quindi è una sfida di vita. Ma probabilmente è quello che poi alla fine ti dà più gioia perché è quello che dà il senso alla tua vita.

Complimenti sinceri. Sei un vero “brave biker”.
Per chi vuole seguire le imprese di Johnny The Brave Biker:
website: https://www.thebravebiker.com
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